Adulti

Nel 1985 il Professor Vladimir Hudolin e il dottor Renzo Buttolo, proposero a don Emilio di fare “qualcosa” per gli alcolisti, in particolare quelli soli, senza famiglia perché, rientrando a casa dopo il programma, non reggevano l’astinenza. Don Emilio accettò e così si tenne il primo Club a Casa dell’Immacolata, il 239 “Verso la Vita”, nel gennaio 1986. Da questa intuizione e collaborazione, si è strutturato il servizio di assistenza agli adulti di “Casa dell’Immacolata”, impegnato per molti anni nell’accoglienza di alcolisti in trattamento, in accordo con i Servizi locali ed in stretta sinergia con l’attività dei “club”. Collegato ad una residenzialità di carattere “comunitario”, il servizio si rivolgeva (e si rivolge tutt’oggi) ad un’utenza esclusivamente maschile.

Nel 2011, pur restando sempre all’interno del complesso della Fondazione, il servizio si è stabilito in un edificio di nuova e apposita costruzione.

Negli ultimi anni tale attività di accoglienza si è estesa sempre di più all’ambito del disagio complesso e della grave marginalità, favorendo percorsi rivolti alle varie situazioni di esclusione sociale esistenti, soggette non di rado a multi-problematicità: istituzionalizzazione (carcere, ospedale, ecc.), dipendenze (alcol, sostanze, gioco), disoccupazione, post separazione, ecc. Quindi, le metodologie di intervento, senza escludere il mantenimento dei rapporti di interazione con tutti i servizi correlati ai casi, si sono spostate dalla centralità dell’approccio legato alle problematiche alcol correlate a quello del lavoro impostato sulla progettazione educativa condivisa con la persona e con i servizi.

L’attuale proposta della “Casa Adulti” della Fondazione è quella di un percorso – residenziale o semiresidenziale – a carattere educativo, che si svolge in un contesto di vita comunitaria, all’interno del quale sono comunque tutelati gli spazi individuali. In esso si intende promuovere la gestione autonoma della quotidianità e la cura della propria persona, attraverso il potenziamento delle risorse ed il lavoro educativo sugli aspetti di fragilità. Il percorso ha carattere di temporaneità, con una durata in genere inclusa tra i 12 e i 24 mesi: in questo periodo si lavora sul cambiamento dello stile di vita e sul rapporto con la dipendenza, sul senso di responsabilità, sul creare e curare relazioni, sull’autostima, sulla gestione del denaro e delle pratiche burocratiche, sulla cura della dimensione abitativa e/o del lavoro.

 

 

 

“Questo sito utilizza cookies utili al suo funzionamento, propri e di terze parti. Cliccando su accetta cookies acconsenti all’uso. Per maggiori informazioni leggi la informativa sui cookies. Privacy e cookies

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi